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Casal del Marmo, Catarci: “Sempre più giovani in carcere, bisogna incentivare misure alternative”

Il responsabile dell’Ufficio Giubileo delle Persone e Partecipazione di Roma Capitale Andrea Catarci ha tenuto oggi una conferenza stampa davanti il carcere minorile di Casal del Marmo: “La detenzione deve essere l’estrema ratio, vanno incentivati i percorsi di inserimento sociale e lavorativo”.
A cura di Natascia Grbic
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Settanta ragazzi in un posto che può racchiuderne massimo cinquantasette. La maggior parte sono minori, il resto giovani adulti, il 60% stranieri. Una decina sono ragazze. Nell'Istituto penale minorile di Casal del Marmo i detenuti aumentano di anno un anno: adesso sono settanta, a ottobre erano sessantadue. Il trend in crescita non è chiaramente un dato positivo: non solo perché il sovraffollamento è un problema reale, che condiziona in negativo la vita delle persone recluse, in questo caso giovanissime. Ma perché vuol dire che si ricorre in modo più frequente alla carcerazione invece di prediligere misure alternative. E, nel caso di minori, non si tratta di una misura che impatta positivamente sulla loro vita.

"Una volta gli Istituti penali minorili italiani erano il fiore all'occhiello dell'Europa, perché erano caratterizzati da poca detenzione e tanti percorsi esterni, con pene alternative finalizzate al reinserimento sociale e lavorativo. Adesso stiamo diventando il fanalino di coda: lasciando stare la Norvegia, dove praticamente i carceri minorili non esistono, se prendiamo a esempio la Spagna e la Germania vediamo che fanno molti più percorsi esterni rispetto a noi, che usiamo molto di più la detenzione", spiega a Fanpage.it Andrea Catarci, responsabile dell'Ufficio Giubileo delle Persone e Partecipazione di Roma Capitale. Catarci, firmatario insieme a Luigi Manconi, Ilaria Cucchi, Ilaria Salis e molti altri, dell'appello ‘Chiudiamo le carceri minorili', ha tenuto oggi una conferenza stampa davanti l'istituto di Casal Del Marmo.

"Negli altri paesi le strutture sono inoltre molto più piccole, ospitano a malapena una decina di persone e in questo modo si favoriscono i percorsi di educazione. Da noi invece abbiamo istituti molto grandi, che scimmiottano le carceri per adulti. Ribadiamo che la detenzione deve essere l'estrema ratio, vanno invece incentivati i percorsi di inserimento sociale e lavorativo e le pene alternative. Oltre a promuovere e facilitare il lavoro delle associazioni che operano nell'istituto e svolgono un lavoro molto importante per questi ragazzi. Bisogna affidarsi a queste realtà esterne, soprattutto se si parla anche di carenza di personale. Parlando con il direttore di Casal del Marmo Giuseppe Chiodo mi sono detto disponibile a inserire l'istituto all'interno delle attività che stiamo organizzando per il Giubileo delle persone detenute: le iniziative non devono essere solo nelle carceri per adulti, ma soprattutto questo Giubileo deve essere per gli ultimi, dare un impulso al rapporto tra il dentro e il fuori, e prefigurare una nuova speranza".

Ciò che si vuole scongiurare è l'applicazione della misura che il ministro della Giustizia Claudio Nordio ha previsto come ‘risolutiva' per la questione del sovraffollamento dell'Istituto penale minorile di Bologna. Che prefigura lo spostamento di un gruppo di detenuti minorenni nel carcere per adulti. "Nel Lazio c'è un sovraffollamento che oscilla intorno al 170% – continua Catarci – Figuriamoci se quel decreto venisse applicato anche qui cosa potrebbe succedere. Non solo: ci vogliamo chiedere a cosa andranno incontro dei minori in un carcere per adulti? C'è il rischio che siano maltrattati e sottoposti a soprusi da parte dei detenuti più grandi. Che i giovanissimi non debbano stare con gli adulti mi pare evidenti: la strada non è quella proposta dal ministro Nordio. I giovani non vanno trasferiti, ma va data importanza e priorità alle misure alternative".

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